7.2. La valutazione: criteri, modalità e strumenti

La valutazione è espressione dell’autonomia professionale propria della funzione docente; le istituzioni scolastiche possono individuare e adottare, nella loro autonomia e nell’ambito delle prove previste per ciascun insegnamento (scritte, orali, pratiche e grafiche), modalità e forme di verifica che ritengano funzionali all’accertamento dei risultati di apprendimento, declinati in termini di competenze, conoscenze e abilità, di cui ai Regolamenti di riordino e al D.M. 139/2007 relativo all’obbligo d’istruzione.

 

La valutazione è parte integrante della programmazione didattica e si attua durante tutto il percorso di apprendimento/insegnamento. Non può essere considerata ex se oggettiva, ma non è nemmeno del tutto soggettiva o, peggio, arbitraria. Deve essere corretta, equa, trasparente e tempestiva. 

Occorre distinguere la misurazione del punteggio nella singola prova dalla valutazione della stessa con l’attribuzione del voto, così come la media dei singoli voti deve essere distinta dal voto attribuito nel corso della valutazione periodica dello studente nell’ambito del gruppo classe alla fine del Trimestre e del Pentamestre. 

 

Valutare serve prima ai docenti e poi agli studenti:

  

a)    per verificare il livello di avvicinamento agli obiettivi e alle competenze prefissate in sede di

programmazione;

b)    per formulare nuove ipotesi di lavoro nei casi di scostamento significativo dagli obiettivi fissati;

c)    per rendere consapevoli e partecipi gli alunni del loro livello di apprendimento, anche come

momento di autovalutazione;

d)    per coinvolgere gli studenti in azioni didattiche funzionali a sviluppare al meglio le loro potenzialità,

nell’ottica del successo formativo per tutti.

 

La nostra scuola valuta in particolare:

 

  •            impegno, partecipazione, interesse
  •            conoscenza dei contenuti
  •            uso specifico del lessico delle singole discipline
  •            articolazione logica del discorso
  •            elaborazione delle conoscenze
  •            acquisizione di un metodo proficuo e autonomo di lavoro
  •            autonomia di giudizio
  •            conoscenze significative, fruibili e stabili 
  •            organizzazione delle stesse in un lavoro di produzione adeguato all’età e al percorso di studio
  •            costruzione progressiva di quadri concettuali a cui fare riferimento, utilizzabili per interpretare situazioni e compiti complessi e riferibili ai concetti di ABILITA’ e COMPETENZE 

 

Le modalità  

 

Si definisce e si concorda che per una corretta valutazione sia necessario:

  •         operare un serio confronto tra situazione iniziale e finale dell’alunno in riferimento agli obiettivi, alle abilità e alle competenze previste;
  •         operare un’attenta lettura nel medio-lungo periodo dell’evoluzione del processo di apprendimento; 
  •         comunicare tempestivamente gli esiti delle prove sostenute corredati dagli opportuni chiarimenti e correzioni.

 

Gli strumenti 

 

Un’ampia varietà di forme di verifica concorre a valorizzare pienamente i diversi stili di apprendimento, le potenzialità e le diverse attitudini degli studenti; ciò significa che il voto trimestrale e finale, che è sempre unico, deve essere espressione di una sintesi valutativa frutto di diverse forme di verifica: scritte, strutturate e non strutturate, grafiche, multimediali, laboratoriali, orali, documentali, ecc., oltre che di una costante ed attenta osservazione degli studenti, soprattutto nelle classi del biennio. 

Sono previste in particolare le seguenti modalità di verifica:

  •            colloqui e prove orali
  •            prove scritte di diversa tipologia
  •            momenti informali di dialogo in classe
  •            prove di laboratorio
  •            relazioni inerenti ad esperienze e progetti anche interdisciplinari.

 

Il voto di condotta

 

Il voto di condottavienedeliberato dal Consiglio di Classe, su proposta del coordinatore, in base ai criteri approvati dal Collegio dei Docenti del 4 marzo 2009, e riportati sull’apposita griglia di valutazione che sarà compilata per ogni alunno ed allegata al verbale dello scrutinio.

Si precisa che in base all’O.M. 8 aprile 2009 n. 40 e alla C.M. 7 maggio 2009 n. 46, il voto di comportamento concorre insieme alle valutazioni degli apprendimenti alla definizione dei crediti scolastici della terzultima e della penultima classe e alla determinazione della media dei voti ai fini sia dell’ammissione all’esame di Stato, sia della definizione del credito scolastico anche per la classe finale.

 

 

7.2.1.LA VALUTAZIONE DEGLI ALLIEVI DSA E BES

 

L’Istituto recepisce e applica le indicazioni e le norme relative alla valutazione degli alunni DSA e BES.

La metodologia suggerita per i DSA si accorda con quanto previsto a livello europeo per tutti gli alunni, in particolare nella prospettiva di valutare le prestazioni degli studenti per competenze, in ambito pluridisciplinare, costruendo segmenti di insegnamento auto-consistenti, indicando gli strumenti e le modalità per il raggiungimento degli obiettivi, nonché la valutazione dei risultati. 

In un’ottica generale, legata non soltanto al momento della valutazione, è importante che si instauri un rapporto costruttivo (cioè collaborativo) tra docente e studente: quindi è fondamentale condividere gli obiettivi formativi e disciplinari, esplicitare le modalità di svolgimento degli esercizi, sostenere emotivamente e costruttivamente gli alunni, evitare l’approccio punitivo e sanzionatorio, in quanto non incoraggiante e rinforzante, abituare gli alunni all’autocorrezione e all’autovalutazione. Si tratta ancora una volta di strategie per la maggior parte valide per tutti gli studenti, perché incrementano l’attenzione e la partecipazione di tutti, rendono più coinvolgente la lezione frontale, stimolano la partecipazione attiva degli studenti.

 

Riferimenti normativi

 

Il D.P.R. n.122 del 2009, “Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni”, ha espressamente previsto all’art.10 che “per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell'attività didattica e delle prove di esame, sono adottati, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologicodidattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei”. 

In seguito la Legge 170 del 2010 indica all’art. 2 di “adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti”; mentre al comma 4 dell’art.5 stabilisce che “agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all'università nonché gli esami universitari”. 

Successivamente l’art.6 del D.M. del 12 luglio 2011, prot.5669, ribadisce che “la valutazione scolastica, periodica e finale, degli alunni e degli studenti con DSA deve essere coerente con gli interventi pedagogicididattici (…) Le Istituzioni scolastiche adottano modalità valutative che consentono all’alunno o allo studente con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare - relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove - riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria”. 

Tali norme sono state poi seguite dalla Direttiva del 27 dicembre 2012 e dalla successiva Circolare ministeriale n.8 del 2013 in cui gli alunni con DSA sono stati identificati all’interno della categoria dei BES (Bisogni educativi speciali). 

Le linee guida allegate al D.M. 2011 già citato precisano che ciascun docente è corresponsabile del progetto formativo elaborato per l’alunno con DSA e “attua modalità di verifica e valutazione adeguate e coerenti”, riassumibili per il nostro istituto nelle indicazioni di massima che seguono.

 

Modalità di verifica

 

Per quanto riguarda le verifiche è sempre preferibile:

  •         indicare in modo chiaro l'obiettivo, cioè l’oggetto di valutazione;
  •         usare verifiche scalari o graduate (che contengano cioè una prima parte più semplice, più ingrandita, accessibile a tutti gli alunni con difficoltà di apprendimento, e una seconda parte più difficile, ma comunque contenente un testo chiaro);
  •         dividere le richieste per argomento con un titolo scritto più grande e la parola-chiave evidenziata;
  •         assegnare un punteggio maggiore alla comprensione piuttosto che alla produzione;
  •         leggere la consegna a voce ed eventualmente spiegarla;
  •         fare attenzione alla qualità delle fotocopie che devono essere chiare e non contenere una scrittura troppo fitta (aumentare gli spazi e l'interlinea);
  •         consentire l'uso di strumenti compensativi (computer in classe, maggiore lunghezza dei tempi di esecuzione, riduzione della prova nel numero di esercizi a parità di contenuti)
  •         consentire l’utilizzo di mappe e schemi riassuntivi;
  •         fornire copia delle verifiche per una riflessione consapevole;
  •         predisporre sempre in lingua italiana la consegna dell’esercizio;
  •         scegliere accuratamente la tipologia degli esercizi da proporre, riducendone il numero o accordando più tempo;
  •         preferire le verifiche strutturate alle domande aperte.   

  

Modalità di valutazione

 

Per quanto riguarda la valutazione è sempre preferibile: 

  •         personalizzare;
  •         far verificare gli errori all'alunno facendogli capire che possono essere ridotti;
  •         insistere sulla correzione degli stessi anche se può sembrare inutile;
  •         valutare il contenuto e non la forma, accettando risposte concise;
  •         abituare gli alunni all'autovalutazione;
  •         valutare il percorso compiuto dall'alunno, evidenziando soprattutto i progressi;
  •         considerare le conoscenze e non le carenze;
  •         modificare la percentuale-soglia di sufficienza delle prove scritte;
  •         prevedere eventuali prove orali a compenso;
  •         accontentarsi di risultati parziali, confidando in un apprendimento per accumulazione nel tempo.  

 

Aspetti psicologici della valutazione

 

È opportuno che, nel percorso di verifica e di valutazione, i docenti tengano conto dei seguenti aspetti:

  •         considerare le ripercussioni sull'autostima: più i rimandi sono positivi, più migliora l'autostima dell'alunno;
  •         considerare l'impegno;
  •         fare attenzione alla comunicazione della valutazione;
  •         dimostrarsi comunque ottimisti sulle possibilità di recupero. 

Di seguito, in allegato:

  • i criteri di promozione 2019;
  • le griglie per l'attribuzione del voto di condotta relative ai bienni e ai trienni;
  • le griglie di correzione delle prove di italiano, latino, greco;
  • le griglie di correzione della prima prova dell'esame di maturità dei Licei e della seconda prova del Liceo classico
Allegati

Griglia_italiano_scritto_biennio_liceo_1.pdf

Griglia_per_la_correzione_versioni_greco e latino_biennio_classico_1.pdf

Griglia_per_la_valutazione_della_versione_latino_scientifico_1.pdf

Griglia_per_la_correzione_versioni_latino-greco_triennio_classico_1.pdf

Griglia_prima_prova_Esame_di_Stato_1.pdf

Griglia_seconda_prova_latino_greco_1.pdf